Dopo Huawei, Trump colpisce l’AI cinese

L’accusa è di implicazione nelle violazioni di diritti umani

Dopo Huawei, altre aziende tecnologiche cinesi finiscono nel mirino del governo americano. L’amministrazione Trump ha infatti inserito 28 realtà cinesi nella sua lista nera, accusandole di essere implicate nelle violazioni dei diritti umani contro le minoranze musulmane nella regione del Xinjiang.

L’annuncio, arrivato a poche ore dall’avvio del nuovo round di trattative commerciali fra Stati Uniti e Cina, segue il video diffuso dalla Cnn che ritrae centinaia di uiguri con gli occhi bendati e le mani legate dietro la schiena. Fra le realtà colpite diverse aziende tecnologiche, ma anche entità governative.

Nella lista nera del commercio statunitense sono finite aziende specializzate in riconoscimento facciale ed altre tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (AI). Tra queste figurano due colossi cinesi della videosorveglianza, Hikvision and Dahua Technology, le startup di riconoscimento facciale SenseTime e Megvii Technology, e la società di riconoscimento vocale iFlytek.

Intanto, gli Stati Uniti stanno valutando le modalità per creare un rivale europeo di Huawei. Una delle strade allo studio è concedere fondi a società come Nokia ed Ericsson per consentire loro di eguagliare i generosi termini di finanziamento che Huawei offre ai suoi clienti. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali Huawei vende il 28% delle apparecchiature per telecomunicazioni a livello globale e Ericsson e Nokia sono i due rivali che più vicini in termini di vendite.

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