Facebook e Instagram: cambiate subito le password. Per anni non sono state criptate ed erano visibili

Sarebbe almeno duecento milioni le password di altrettanti utenti ignari ad essere state archiviate da Facebook in maniera completamente errata. Non sarebbero state criptate e sopratutto sarebbero state rese accessibili ai dipendenti come semplici file. Un nuovo scandalo attanaglia Facebook ed Instagram che ha già ammesso pubblicamente la situazione e che sembra essere più uno scherzo, soprattutto alla luce del post di qualche settimana fa del suo CEO, Mark Zuckerberg, il quale aveva assicurato per il futuro una piattaforma più sicura.

Facebook e Instagram: cambiate le password!

La situazione surreale riguarderebbe soprattutto il fatto che gli elenchi di password sarebbero stato per anni alla mercè dei dipendenti sottoforma di semplici file leggibili. Il loro ritrovamento sarebbe avvenuto nel mese di gennaio durante una revisione della sicurezza. La falla, riscontrata verificando le app che utilizzavano le password degli utenti, collegate alla piattaforma. Proprio queste password sarebbero state archiviate in elenchi consultabili dai server interni dell’azienda.

Al momento la dirigenza di Facebook afferma direttamente sul post pubblicato che: “queste password non sono mai state rese visibili a nessuno al di fuori di Facebook e non abbiamo trovato alcuna prova fino ad oggi sul fatto che qualcuno abbia abusato internamente o vi abbia fatto un accesso improprio. Nel corso della nostra revisione, abbiamo esaminato i modi in cui archiviamo alcune categorie di informazioni, come i token di accesso, e abbiamo risolto i problemi sopravvenuti non appena sono stati scoperti. Non c’è nulla di più importante per noi che proteggere le informazioni delle persone, e continueremo a fare miglioramenti come parte dei nostri sforzi di sicurezza su Facebook”. 

I numeri però parlano di un ingente quantità di password rimaste allo scoperto per anni. Secondo le fonti del sito web Krebsonsecurity, i dati sensibili degli utenti sarebbero stati addirittura 600 milioni al chiaro dei 20.000 dipendenti, tra programmatori e ingegneri, del Social più importante al mondo. Non solo perché, secondo un’inchiesta interna, sembra che la falla potrebbe risalire addirittura al 2012 con la possibilità da parte dei programmatori di aver avuto la visione delle informazioni in modo casuale tramite “query” ossia richiesta di informazioni per altre necessità.

Quello che è possibile fare ora non è altro che cambiare immediatamente la password per gli accessi a Facebook e Instagram. In questo caso il suggerimento vale non solo per il social network “blu” ma anche per tutti gli altri: cambiare password ad intervalli di tempo permette di avere una sicurezza maggiore. Oltretutto ponete sempre password difficili con numeri, lettere maiuscole e minuscole e soprattutto simboli come la “@” o altri. E non usate le stesse password per diverse applicazioni o social.

Facebook e il suo futuro “sicuro”

Risulta senza dubbio il Social Network per eccellenza ed anche il più utilizzato dal pubblico. Facebook però sembra aver perso quella sicurezza che lo ha contraddistinto nei suoi primi anni di vita. Tanti, forse troppi, gli errori da parte della dirigenza da un punto di vista della privacy e della sicurezza degli utenti che in fin dei conti lasciano pezzi della propria vita proprio su Facebook e Instagram. Lo scandalo di Cambridge Analytica ha aperto ai dubbi sui protocolli che Mark Zuckerberg e il suo social utilizzassero per la sicurezza degli utenti iscritti.

Proprio il creatore di Facebook qualche settimana fa aveva ammesso le diverse situazioni di errore e proprio su questo aveva ribadito la volontà di cambiare la propria piattaforma con l’accento su di un futuro dove la privacy degli utenti sarebbe stata al primo posto e dove Facebook, Instagram ma anche WhatsApp sarebbero stati integrati in un unico “mondo più sicuro”. Parole importanti da parte del CEO che sembrano però impattare con questo nuovo e speriamo ultimo scandalo che sa anche un po’ di beffa nei confronti degli utenti sempre più preoccupati e forse anche un po’ stufi.

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